BRIGHT: GDR E NEUROSCIENZE
- Matteo Prizzon
- 14 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Vi siete mai domandati se giocare di ruolo faccia bene alla salute? O se, addirittura, favorisca lo sviluppo di alcune aree del nostro cervello? Basandoci sulla nostra esperienza di giocatori potremmo immaginare di sì, ma sono ben pochi gli studi scientifici che hanno effettivamente trattato questo argomento.
Il progetto BRIGHT (Brain Research in Interactive Game-based HyperTraining), promosso dal gruppo Departments & Dragons dell'Università di Torino, si propone un obiettivo innovativo e decisamente interessante per i giocatori e la comunità scientifica di tutto il mondo: esplorare e analizzare l'impatto che i Giochi di Ruolo (GdR) possono avere sullo sviluppo delle competenze trasversali, le cosiddette "soft skills", come comunicazione, collaborazione e problem solving.
🎲 Il Gioco di Ruolo come Strumento di Apprendimento
I GdR - primo fra tutti Dungeons & Dragons, titolo che ispira il nome stesso del gruppo di ricerca - sono apprezzati dal pubblico odierno per la loro capacità di coinvolgere i partecipanti in scenari complessi e interattivi, portandoli a collaborare su vari livelli, in ambientazioni magiche e mondi fantastici. Oltre ad essere una divertente forma d'intrattenimento di gruppo, sono sempre più utilizzati in contesti educativi e professionali, da varie realtà sparse per tutto il globo. Tuttavia, manca ancora una quantificazione scientifica del loro effettivo impatto sulle competenze cognitive e sociali: BRIGHT mira proprio a colmare questa lacuna.
🧠 Monitoraggio Cerebrale con fNIRS
Per analizzare l'attività cerebrale durante le sessioni di gioco di ruolo, il progetto utilizza la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNIRS), una tecnologia non invasiva che consente di monitorare in tempo reale le attivazioni di varie aree del cervello. In particolare, BRIGHT impiega l'hyperscanning, registrando simultaneamente l'attività cerebrale di più partecipanti per osservare la sincronizzazione neurale che avviene "nel mondo reale" durante le interazioni sociali e le epiche avventure che avvengono all'interno del "mondo di gioco".

🔬 Obiettivi della Ricerca
L'obiettivo principale dello studio è valutare come i GdR influenzino lo sviluppo delle soft skills e identificare le aree cerebrali coinvolte. I risultati potrebbero avere implicazioni significative per l'adozione dei GdR in ambiti educativi, terapeutici e aziendali, e potrebbero contribuire a cementare l'idea - talvolta ancora di nicchia o non presa da tutti sul serio - secondo cui il gioco di ruolo possa essere uno strumento di crescita efficace al pari o in aggiunta di altri ritenuti più "convenzionali".
🤝 Collaborazioni e Sostegno
Il progetto, ad oggi, ha già ricevuto un ampio sostegno, raccogliendo oltre il 700% dell'obiettivo iniziale di crowdfunding. In ogni caso, è un lavoro che potrebbe rappresentare un passo significativo verso la comprensione scientifica del potenziale educativo e terapeutico dei giochi di ruolo. Attraverso l'integrazione di neuroscienze e ludologia, il progetto apre nuove prospettive per l'utilizzo dei GdR come strumenti efficaci nello sviluppo delle competenze personali e professionali e merita pertanto di essere conosciuto, soprattutto dalla comunità scientifica e dagli appassionati giocatori. E, ancor di più, da chi rientra in entrambe le categorie.

Per ulteriori informazioni, è possibile visitare la pagina ufficiale del progetto su IdeaGinger BRIGHT: Brain Research in Interactive Game-based HyperTraining
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