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Lost Ruins of Arnak

Se hai sempre desiderato essere un archeologo a capo di un'ambiziosa spedizione nella giungla selvaggia, Lost Ruins of Arnak è qui per realizzare il tuo sogno: l’ambientazione esotica riesce facilmente a trasmettere un senso di avventura e ignoto, grazie anche a componenti curati e illustrazioni evocative, che ti trasportano fin dal primo turno in un misterioso tempio dimenticato posto in una selva fitta di creature ostili.


Il gioco si basa su una fusione ben calibrata di piazzamento lavoratori, gestione delle risorse, esplorazione e semplice deck-building. Ogni giocatore dispone di un mazzo iniziale snello e di due archeologi (workers) da piazzare ogni turno: bisogna valutare se scavare nei luoghi già conosciuti in cerca di risorse, scoprire nuovi siti (protetti però dai guardiani, ovvero delle mostruose creature autoctone), investire i propri averi nella ricerca per divenire archeologi sempre più capaci, procurarsi nuovi utili strumenti dal mercato comune o utilizzare quelli già in proprio possesso. Il round si conclude non dopo un numero fisso di turni, ma quando si sceglie di terminarlo, o quando non si ha altra scelta — l’efficienza strategica e l'ottimizzazione di tempo e risorse guidano il ritmo delle mosse e fanno avvertire ogni singola decisione come essenziale.


Una partita si sviluppa in cinque round, che non sono poi così tanti per realizzare tutte le proprie mire archeologiche: ogni azione, ogni carta ottenuta, ogni nuovo sito raggiunto contribuisce al punteggio finale, che è una somma di esplorazioni, vittorie sui guardiani, progressi nella ricerca e carte.


Fra gli elementi più apprezzabili, ci sono la varietà, la rigiocabilità e la modularità dei componenti: vi sono più tabelloni con templi da esplorare strutturati in modo diverso l'uno dall'altro; tutte le carte oggetto e gli assistenti sono diversi tra loro; i siti e i bonus ottenibili vengono estratti casualmente e possono dunque cambiare di partita in partita, rendendola imprevedibile e dando veramente il senso di esplorare ogni volta una regione misteriosa e unica.


Lost Ruins of Arnak emerge dunque come un worker placement molto efficace, dove ogni scelta pesa e ogni azione è percepita come realmente importante ed efficace, profondamente tematico e strategicamente denso ma senza mai diventare eccessivamente macchinoso o complesso, e perciò capace di entusiasmare sia i neofiti del genere, sia gli appassionati di euro game. Il suo equilibrio tra decisioni ponderate, meccaniche pulite e componente visiva lo rende un’eccellente scelta per chi cerca un’esperienza ricca ma al tempo stesso accessibile nelle regole, sebbene la durata possa essere non indifferente, almeno per le prime partite.



Complessità: 2,5/5


Numero giocatori: 1-4


Durata: 2 ore


Voto Orso (Competitivo): 8/10

Voto Scoiattolo (Stratega): 8/10

Voto Volpe (Esploratore): 8/10



Rigiocabilità: Media. Alta, con le espansioni. Oggetti tutti unici, vari templi da esplorare e diversi archeologi da impersonare.


Fattore Fortuna: Basso. Solo nell'esplorazione, relativamente alle risorse ottenute e ai guardiani da affrontare.


Parlando di soldini: La versione base del gioco può essere trovata facilmente, ad un prezzo di circa base di circa 50-60.Sono disponibili delle espansioni, che ampliano l’esperienza aggiungendo personaggi asimmetrici, oggetti unici e nuovi modi di giocare, rendendo il titolo ancora più rigiocabile.

La scatola nella prima foto è quella dell'Adventure chest, un'edizione limitata che contiene un organizzatore per il gioco e una nuova espansione inedita.


Aspetto preferito: La strutturazione chiara ed efficace del gioco. Diversamente da altri titoli di questo tipo, non vi sono tracciati confusionari o dinamiche troppo arzigogolate: ogni elemento è ben definito e il modo di sfruttarlo è chiaro e soddisfacente.


Problematiche: La durata può rivelarsi più lunga del previsto. Alcuni modi per ottenere punti sembrano essere vagamente più efficaci di altri, polarizzando alcune strategie.

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